Il festival del cinema di Venezia risulta spesso essere un palcoscenico per il racconto di storie immersive delle vite delle celebrità. É il caso di Nicolò Fagioli, calciatore in attività alla Juventus, e della sua vicenda che lo ha legato al calcioscommesse nel corso dell’ultima stagione. Il suo periodo, dall’inizio della squalifica fino al percorso riabilitativo, è stato documentato dal Juventus Creator Lab che, in collaborazione con Giffoni Innovation Hub, ha voluto trasformare le difficoltà di un uomo in un messaggio positivo da veicolare a tutti gli appassionati sportivi, molti dei quali sono soggetti al fenomeno delle scommesse.
Nell’ottobre 2023 l’emergente calciatore bianconero venne indagato dalla giustizia italiana ordinaria e sportiva per una serie di scommesse su piattaforme online illegali. L’immediata collaborazione con gli uomini di Giustizia non impedì al calciatore di evitare una squalifica di 7 mesi dai campi di gioco, oltre a una gogna pubblica della gente che non si capacitò come una persona privilegiata e con quel talento abbia potuto distruggere reputazione e carriera per quello che era considerato giusto un “vizio”.
Lontano dai campi di gioco e con il morale a terra, Fagioli è stato supportato da tutti i compagni e dalla società che gli ha prontamente affiancato uno specialista psicologo che lo ha progressivamente aiutato con una cura terapeutica e preventiva. Oltre alla lenta rieducazione e alla riabilitazione della sua immagine, il calciatore ha dovuto fare i conti con una fragilità interiore che aveva da sempre sottovalutato e che, se supportata da subito, avrebbe probabilmente scongiurato la sua caduta nel vortice delle scommesse. A un anno di distanza Fagioli ha scontato la squalifica tornando in attività anche se combatte quotidianamente con l’ipotetica ricaduta che solo la ritrovata consapevolezza e forza del giocatore può evitare.
Essendo una personalità con un ampio seguito, la storia di Nicolò Fagioli è stata troppo spesso alterata nei fatti con giudizi superficiali, speculazioni e sensazionalismi che, oltre al calciatore, hanno danneggiato anche gli affetti familiari. All’interno del documentario, la loro testimonianza arricchisce il panorama di un uomo il cui lato più fragile era impossibile intuire, facendo emergere dettagli inediti. A partire dalle insicurezze di Nicolò da piccolo, alla sua impulsività fino alla difficoltà di crearsi una vita fuori dal mondo calcistico con attività o studi che segnassero la sua giovinezza positivamente. Il campo da gioco era l’unica valvola di sfogo del giovane Nicolò che al di fuori di esso si sentiva perso, e paradossalmente la noia è stata uno dei fattori prioritari che lo hanno condotto nel tunnel del vizio delle scommesse. “Quando finiscono le ore di allenamento, ti si spalanca il vuoto. Se non hai altri interessi, quell’abisso ti attira. Io mi annoiavo, non ne ho mai parlato con nessuno perché mi vergognavo. Ho perso il controllo di me stesso, giocavo male, mi allenavo peggio, la testa era altrove. Mi faceva schifo ogni giorno che stavo vivendo”.
In fin dei conti quella di Nicolò Fagioli è una storia di una dipendenza presente in tantissimi italiani, ma che non fa notizia in quanto non riguarda un personaggio di spicco. Tuttavia, dietro agli sportivi si cela un carattere articolato con numerose sfumature che non vengono colte da tutti gli appassionati. Nonostante questa storia continui a creare divisioni nell’opinione degli esperti in materia, il Juventus Creator Lab è stato abile a raccontare la storia di un ragazzo che realizza il suo sogno, che inciampa per poi riemergere con la speranza di diventare un modello di riferimento per tutti coloro che vivono difficoltà simili. Una storia che può aiutare tanti giovani che sognano il calcio ma si allontanano dalla realtà che è la vita quotidiana.