mercoledì 15 gennaio 2025
#IoRestoACasa e guardo film. Perché non quelli girati in una stanza?
di Paolo Rosi
Ecco una rassegna all'interno della quale scegliere film che ci aiutino a passare il tempo, senza farci venire voglia di uscire.
11 marzo 2020

I recenti decreti governativi, legati all’emergenza sanitaria causata dall’epidemia del Covid-19, ci impongono di restare all’interno delle nostre abitazioni per il maggior tempo possibile. L’ultimo DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri), entrato in Gazzetta Ufficiale nella notte e in vigore da oggi, stabilisce che gli spostamenti dovranno essere ridotti al minimo. Se muniti di autocertificazione, ci si potrà continuare a muovere per motivi di lavoro, di salute o per stato di necessità.

A questo punto, per senso civico e di responsabilità, è doveroso rimanere a casa e limitare ogni contatto e spostamento. Ed è naturale che il tempo a disposizione per molti di noi sia aumentato improvvisamente. C’è quindi chi sceglie di impiegarlo dedicandosi alla lettura, chi all’ascolto intensivo di musica, chi agli hobby di ogni genere, chi alle arti più classiche.


Noi studenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell'Università Salesiana abbiamo pensato quindi di avviare un progetto, attraverso la nostra pagina Instagram, che consiste nella pubblicazione di rassegne di film, artisti musicali, e libri consigliati per trascorre questo periodo di isolamento.

Questa situazione rappresenta un’occasione particolarmente ghiotta per gli appassionati di cinema, che trovano finalmente il tempo necessario a dedicarsi alla propria passione. Tuttavia, di fronte a una quantità di tempo libero inconsueta e a una possibilità di scelta pressoché infinita (grazie ai molteplici servizi multimediali), anche il cinefilo può rimanere spiazzato.

La selezione si concentra su film che sono stati girati quasi totalmente in un unico ambiente chiuso. Nel momento in cui ci troviamo costretti a soggiornare nelle nostre case più del solito, non potevamo pensare di suggerire film che si svolgono in paesaggi sconfinati o che narrano avventure mozzafiato. Accompagnare Indiana Jones nelle sue peripezie a caccia di una reliquia potrebbe essere un momento di evasione, ma ci induce in tentazione. Così come sconsigliamo di ammirare le
radure inquadrate nei capolavori di Sergio Leone, perché il desiderio di uscire vestiti da cowboy, a caccia di “un pugno di dollari”, ci assalirebbe.

 

Non possiamo non cominciare da "La finestra sul cortile" (1954), thriller su un fotoreporter che osserva i vicini dalla propria finestra e nutre sospetti. Nessuno come Alfred Hitchcock riesce a trasferire la tensione emotiva dal protagonista allo spettatore.
Spostandoci poco più avanti cronologicamente incontriamo "La parola ai giurati" (1957) di Sidney Lumet, che ci getta nel dibattito tra 12 uomini di una giuria chiamata a decidere della sorte di un imputato. Ne nasce un duello, in particolare tra Henry Fonda e Lee J. Cobb, che si sviluppa lungo tematiche spinose da sempre presenti nella società moderna e dalla cui sorte ne dipende la vita di un
uomo.

 

Il genere horror ha trovato spesso negli spazi chiusi, angusti e claustrofobici la location ideale per la narrazione. La lista di film di questo tipo sarebbe piuttosto vasta, ma ci limitiamo a menzionare il celebre "Shining" (1980) di Stanley Kubrick, la cui visione può essere ripetuta svariate volte, e "Room" (2015) di Lenny Abrahamson, in cui la stanza è una vera e propria entità.

Rimanendo sulla scia thriller troviamo "Panic Room" (2002), in cui David Fincher indaga e sfrutta le tendenze fobiche e ossessive dell’America. Nella pellicola accompagnamo Jodie Foster e una piccola Kristen Stewart in un’esperienza claustrofobica e ansiogena.
Jodie Foster è anche una delle protagoniste di "Carnage" (2011), insieme a Kate Winslet, Christoph Waltz e John C. Reilly. Un cast formidabile per Roman Polanski, che ci racconta l’incontro-scontro tra due coppie, tutto in scena ovviamente in un unico appartamento. Un’opera, anche questa, che si muove attraverso la psicologia dei personaggi, borghesi che nascondono insicurezze e psicosi dietro un’apparenza di formalità e bon ton.
Ancora un grande cast: Kevin Spacey, Danny DeVito e Peter Facinelli sono i protagonisti di "The Big Kahuna" (1999), diretto da John Swanbeck. In questo lungometraggio i tre attori interpretano tre venditori di lubrificanti industriali, rinchiusi in una stanza d’hotel a discutere di una vendita a un cliente particolare.

 

Di genere in genere, arriviamo a qualcosa di più leggero. "Una cena tra amici" (2012) è una pellicola francese di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte: commedia teatrale in cui assistiamo, ovviamente, a una cena tra amici durante la quale, a partire da un semplice argomento, si sviluppano gag e situazioni comiche grazie a cui conosciamo i segreti dei presenti.
A questo punto, non può non esservi venuto in mente "Perfetti sconosciuti" (2016) di Paolo Genovese, miglior film ai David di Donatello 2016. Sette amici a cena insieme in una casa scelgono di condividere messaggi e telefonate che giungeranno al proprio smartphone. L’iniziale comicità si tramuterà in un putiferio, tra malintesi e segreti inconfessabili. Una prova importante di validi attori per un film che è già diventato un pilastro del cinema italiano, con cui chiudiamo questa breve rassegna.

Non resta quindi che fare la propria scelta e premere play.

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