
Vestirsi di latte? In Germania si può! è il risultato del lavoro durato due anni della designer 28enne tedesca Anke Domaske. Un tessuto ricavato dal latte, eco(tecno)-sostenibile e adatto alle persone con problemi della pelle.
Il nome di questo nuovo tessuto è Qmilch, dall'unione delle parole "Milch", latte in tedesco, e "Qualität". Sì, perché è di un tessuto di qualità che stiamo parlando, che si indossa come la seta e può essere lavato e asciugato come se fosse cotone.
La ricercatrice tedesca che, all'università ha studiato microbiologia, si è concentrata nello studio della proteina del latte, la caseina, e ha affermato che "le fibre tessili derivanti dal latte esistono già dal 1930, anche se poi in pratica sono fatte da materiale acrilico".
La ricerca è durata due anni, passati in un laboratorio di ricerca assieme alla sua squadra di sei ricercatori: il risultato è stato il QMilch. Il prodotto di partenza è la caseina estratta dal latte in polvere; riscaldandola insieme ad altri ingredienti si ottiene una fibra filamentosa che poi viene lavorata da un filatoio meccanico. Queste fibre vengono intrecciate per creare un tessuto più resistente, oppure possono diventare, per leggerezza e spessore, una specie di “seta sintetica”. L’intero procedimento può essere replicato in fabbrica.
Il latte usato per produrre il tessuto è quello che, prodotto dalle mucche, è scartato dal consumo perché non ritenuto idoneo dai rigidi standard alimentari tedeschi. La produzione di un chilo di tessuto costa 20 euro, il 40 % in più rispetto al cotone, ma la speranza è che il Qmilch possa conquistare spazi di mercato grazie al mancato trasporto della materia prima. Altro punto decisamente a favore del Qmilch è il fatto che per un chilo di tessuto servono solo due litri d’acqua. In questo caso il confronto con il cotone è più che positivo, poiché per avere un chilo di cotone servono 10.000 litri di acqua.
La scoperta ha vinto il premio annuale messo in palio dall’Associazione Ricerca Tessile tedesca, che ha riconosciuto questo tessuto come rivoluzionario per l’industria dell’abbigliamento. “Sapevamo che tutto ciò che è basato sul petrolio ha dei limiti. Il cotone poi richiede un sacco di territorio per crescere, molta acqua e tante sostanze chimiche, per questo abbiamo pensato a come produrre fibre sintetiche in fabbrica. Ebbene, questo modo l’abbiamo trovato”, ha dichiarato il capo dell’Associazione Klaus Jansen.
Le applicazioni. Anke Domaske ha già ricevuto parecchie richieste: i produttori di automobili ritengono il Qmilch un tessuto ideale per i rivestimenti interni; le industrie farmaceutiche sono interessate al materiale come prodotto ipoallergenico per gli ospedali; l’industria alberghiera lo potrebbe utilizzare per creare lenzuola e coperte. I primi indumenti confezionati con il latte saranno sul mercato il prossimo anno.








