Ai tempi del Covid 19, il tema della violenza sulle donne si aggrava. Per molte donne e bambini, partcolarmente in questo periodo, la casa non è sinonimo di rassicurazione e tranquilità, ma causa di maggiore paura, se si hanno in casa uomini pericolosi.
È stato istituito un fondo di pronto intervento, per permettere alle donne che subiscono violenza da parte degli uomini, soprattutto in questo periodo, di essere sostenute e supportate, in questa fase di emergenza.
Esistono due tipi di violenza contro le donne: quella fisica, la più diffusa, e quella culturale. Per combattere entrambe queste violenze è nata un'iniziativa, che aiuterà nel concreto l’operatività dei centri antiviolenza e delle donne assistite.
L'iniziativa di ActionAid è chiamata "#closed4women" ed è un Fondo con uno stanziamento iniziale di 40mila euro.
«Abbiamo calcolato che le risorse oggi a disposizione ci permetteranno, ad esempio, di sostenere i percorsi di 40 donne, mettere in sicurezza le operatrici e le donne di 25 case rifugio, supportare 10 centri antiviolenza e assicurare assistenza psicologica con operatrici specializzate», queste le parole della stessa actionaid.
In questo modo si riesce a dare un supporto, durante il periodo di isolamento forzato in casa causato dalla pandemia, e si stanno ottenendo buoni risultati. Da Nord a Sud del Paese, gli operatori stanno facendo dei grandi sforzi, anche se la crisi economica sta mettendo a repentaglio la vita stessa di questi centri.
L'impegno dei centri ActionAid consiste in campagne di sensibilizzazione e pressione contro gli stereotipi, alla base della disuguaglianza tra donne e uomini. Per far questo l'ONG analizza e monitoran i servizi e le risposte istituzionali esistenti, per avanzare proposte che meglio possano rispondere ai bisogni delle donne e delle ragazze. Si lavora nelle scuole soprattutto, nella convinzione che sia importante fin da piccoli capire che non ci devono essere differenze di genere.
«Vogliamo ottenere società libere dalla violenza sulle donne, consapevoli della gravità del fenomeno e della necessità di fermarlo con urgenza», si legge nel sito.
Anche l'Onu afferma che l'emergenza di intensifica durante questo periodo di isolamento lo sottolinea in un comunicato il relatore speciale per la violenza contro le donne delle Nazioni Unite, Dubravka Simonovic: «Per fin troppe donne e bambini la casa può essere un luogo di paura e abuso. Una situazione che si aggrava considerabilmente in casi di isolamento come il lockdown imposto nell’emergenza Covid-19», ha spiegato, aggiungendo che ciò potrebbe portare ad un aumento di casi di femminicidi perpetrati dal partner.
Si è consapevoli che in questo momento di convivenza forzata dovuta all'epidemia, più facilmente si possono alterare gli equilibri all'interno delle mura domestiche, in contesti già di per sè fragili. Proprio per questo è giusto che ci rendiamo promotori di queste iniziative e di diffusione del messaggio che i centri sono aperti ma sopratutto attivi.
Per questo è bene ricordare che esiste anche un numero antiviolenza nazionale: 1522.
Vorremo che lo slogan #iosrestoacasa si trasformasse per queste donne in uno slogan più giusto: #iostoalsicuro , per rendere questa pandemia meno tragica e piú rassicurante anche per chi in questo momento non riesce ad esserlo.