Mercoledi 7 novembre, l’attuale presidente del Madagascar, Hery Rajaonarimampianina, si confronta alle elezioni per la presidenza della Repubblica con i suoi predecessori Marc Ravalomanana, al potere dal 2002 al 2009, e Andry Rajoelinana, dal 2009 al 2014.
Circa 10 milioni di elettori scelgono il presidente in un elenco di 36 candidati che include gli antichi presidenti, due ex-premier, pastori e cantanti popolari rock. I sondaggi elettorali, fatti dalla fondazione tedesca Friedrich Ebert, danno in vantaggio Rajoelina con il 25% delle intenzioni di voto, Ravalomanana con 17% e Rajaonarimampianina con 4%.
All’inizio dell’anno la capitale malgascia Antananarivo è stata teatro di violenti manifestazioni contro le reforme elettorali fatte approvare da Rajaonarimampianina, il presidente attuale. Rajaonarimampianina era accusato dai manifestanti di usare le nuove leggi per favorire la sua permanenza al potere impedendo cosi ai candidati d’oposizione di concorrere.
Secondo la legge elettorale malgascia, se nessuno dei candidati ottiene più di 50% dei voti è previsto un secondo turno il 19 dicembre.
Il Madagascar è uno stato insulare situato nell’oceano Indiano, di fronte al Mozambico, con una popolazione di 25 milioni di abitanti, con un difficile percorso storico di crisi politiche in questi ultimi anni.
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