
Rocco Hunt voleva fare la rivoluzione, ma si è fermato al qualunquismo
Nel suo brano "Wake Up" ha dato voce ad un popolo campano ignorato, ma non ha insegnato consapevolezza civile e quindi non ha insegnato a crescere
26 febbraio 2016
Si
è ormai placata la bufera post Festival di Sanremo, all’interno della
quale giornali e programmi televisivi hanno detto la propria rispetto alla
canzoni in gara quest’anno, alla 66° Festival della Canzone Italiana. Noi abbiamo
pensato di poter dire, alla fine, anche la nostra. L’occhio - anzi l’orecchio -
è caduto sul brano del rapper salernitano Rocco Pagliarulo, per i più (o meno)
esperti del settore Rocco Hunt. Il brano in gara, Wake Up, propone un testo carico di contestazione che invita calorosamente
l’ascoltatore a “svegliarsi”, facendo un elenco delle difficoltà oggettive con
la quali quotidianamente una regione del sud come la Campania fai i conti giorno
per giorno.
Peccato che però, alla fine dell’ascolto del brano dopo la protesta denunciata, mancano chiaramente le indicazioni per rimboccarsi le maniche e mettersi a lavoro seriamente, scadendo così in un populismo unico nel suo genere. Frasi del tipo «Lo stato non ci sente, specialmente a noi del Sud», «Mi sono fatto due risate con la politica in Tivvù», oppure «E che futuro avremo noi, cresciuti senza direzione» che ad ascoltarle, se nella vita fossi Miranda Priestley direttrice del giornale Runway nel film “Il diavolo veste Prada”, mi verrebbe da esclamare «Avanguardia pura!»
Insomma, ci si dovrebbe chiedere dove finisce la doverosa contestazione verso un cambiamento costruttivo di un popolo che soffre le difficoltà legate alla non presenza dello Stato, e dove inizia una sana responsabilità di cittadino che, in quanto tale, si rimbocca la maniche e si dà da fare. Mi chiedo, quando tutti "i giovani ragazzi che non hanno futuro avranno alzato la mano", perché il target di ascolto è molto basso, cosa faranno. Alzeranno la mano, e quindi? e poi? Probabilmente continueranno a girare sui motorini senza casco sentendosi rappresentati da Rocco Hunt, che ha dato voce ad un popolo campano ignorato, ma non ha insegnato consapevolezza civile e quindi non ha insegnato a crescere. Vorrei suggerire al rapper in questione di ascoltare il brano La rivoluzione degli ex Ratti della Sabina (oggi AREA 765), probabilmente così potrebbe paragonarlo al suo di brano: sembra infatti che i Ratti almeno propongano modalità e strumenti per fare rivoluzione.
Se fossi giornalista chiederei a Rocchino: «Quanto percepisci al mese per fare populismo?»; «Hai annunciato con tono stizzito all’Arena da Giletti che facevi il pescivendo. Chi l'ha detto che non è una persona degna del proprio lavoro, un ragazzo che a 16 fa il pescivendolo?»; «Quanto è tutta colpa dello stato se un ragazzo a 16 anni fa il pescivendolo?»; «Quanto percepisci per sponsorizzare la marca dei tuoi occhiali, da qualche settimana a questa parte?»; «Quanto percepivi da Gucci, fino a qualche montatura fa?»; «Come mai bevi solo Caffè Motta? Specialmente nel tuo ultimo video bevi solo caffè - Motta»; «Ma ti piace solo il caffè Motta?»; «Come mai tutti i tuoi album non hanno meno di 12 brani?». Sei uno scrittore allora! ma non sono giornalista, indi per cui... Ah Rocco, complimenti per l’arrangiamento del brano: almeno quello è tuo, giusto?
Peccato che però, alla fine dell’ascolto del brano dopo la protesta denunciata, mancano chiaramente le indicazioni per rimboccarsi le maniche e mettersi a lavoro seriamente, scadendo così in un populismo unico nel suo genere. Frasi del tipo «Lo stato non ci sente, specialmente a noi del Sud», «Mi sono fatto due risate con la politica in Tivvù», oppure «E che futuro avremo noi, cresciuti senza direzione» che ad ascoltarle, se nella vita fossi Miranda Priestley direttrice del giornale Runway nel film “Il diavolo veste Prada”, mi verrebbe da esclamare «Avanguardia pura!»
Insomma, ci si dovrebbe chiedere dove finisce la doverosa contestazione verso un cambiamento costruttivo di un popolo che soffre le difficoltà legate alla non presenza dello Stato, e dove inizia una sana responsabilità di cittadino che, in quanto tale, si rimbocca la maniche e si dà da fare. Mi chiedo, quando tutti "i giovani ragazzi che non hanno futuro avranno alzato la mano", perché il target di ascolto è molto basso, cosa faranno. Alzeranno la mano, e quindi? e poi? Probabilmente continueranno a girare sui motorini senza casco sentendosi rappresentati da Rocco Hunt, che ha dato voce ad un popolo campano ignorato, ma non ha insegnato consapevolezza civile e quindi non ha insegnato a crescere. Vorrei suggerire al rapper in questione di ascoltare il brano La rivoluzione degli ex Ratti della Sabina (oggi AREA 765), probabilmente così potrebbe paragonarlo al suo di brano: sembra infatti che i Ratti almeno propongano modalità e strumenti per fare rivoluzione.
Se fossi giornalista chiederei a Rocchino: «Quanto percepisci al mese per fare populismo?»; «Hai annunciato con tono stizzito all’Arena da Giletti che facevi il pescivendo. Chi l'ha detto che non è una persona degna del proprio lavoro, un ragazzo che a 16 fa il pescivendolo?»; «Quanto è tutta colpa dello stato se un ragazzo a 16 anni fa il pescivendolo?»; «Quanto percepisci per sponsorizzare la marca dei tuoi occhiali, da qualche settimana a questa parte?»; «Quanto percepivi da Gucci, fino a qualche montatura fa?»; «Come mai bevi solo Caffè Motta? Specialmente nel tuo ultimo video bevi solo caffè - Motta»; «Ma ti piace solo il caffè Motta?»; «Come mai tutti i tuoi album non hanno meno di 12 brani?». Sei uno scrittore allora! ma non sono giornalista, indi per cui... Ah Rocco, complimenti per l’arrangiamento del brano: almeno quello è tuo, giusto?
26 febbraio 2016

La denatalità è un problema per il futuro del Paese e la sua capacità di mantenere una forza lavoro vivace e un sistema di previdenza sociale sostenibile. Per fortuna c'è l'immigrazione
27 apr 2024

Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha scioccato l’Italia per la sua brutalità e ha riacceso il dibattito sulla violenza di genere. Attraverso l'aiuto di figure professionali in diversi ambiti, scopriamo i dettagli di un tema delicato e spesso troppo sottovalutato
26 dic 2023

Eisa, una ragazza di vent'anni si è ritrovata per caso il 4 maggio ad assistere alla sparatoria avvenuta nel quartiere Talenti di Roma
26 mag 2023

«Prima mi sentivo una tomba che cammina. Ora che sto meglio, capisco che non è mai troppo tardi per chiedere aiuto». Una testimonianza che dona speranza
24 mag 2023