martedì 29 aprile 2025
La musica del silenzio
di Rita Dal Canto
In occasione della visita di Giovanni Allevi all'Università Pontificia Salesiana, una riflessione sul ruolo della musica classica per i giovani
17 marzo 2014

Un brusio di parole, sguardi, gesti sorveglia la porta chiusa dell'aula Paolo VI. All'interno, un silenzio di attesa accompagna Allevi. Il contrasto è forte.

Mi faccio spazio tra la folla di ragazzi venuti per l'evento ed osservo. Ho quasi paura di chiedere il vero motivo per cui sono rimasti qui oggi: non ci sono lezioni in aula, quindi chi è presente deve avere una buona scusa per aspettare in piedi che succeda qualcosa. Che sia solo la curiosità, il desiderio di strappare un autografo ad un tizio presumibilmente famoso?


 
«Si, siamo qui per ascoltare Allevi.
 È una settimana che aspetto questo momento, quando mi ricapita di sentire buona musica gratis, e con il commento dell'artista dal vivo?» Risponde ai miei dubbi un ragazzo con camicia a quadri e Rayban sulla testa. Sul serio? Guarda che siamo tra ragazzi, puoi essere sincero ed ammettere che sei stato trascinato dalla ragazza di turno, penso io.


«Guarda che a noi la musica di questo tipo piace. Lo ammetto, sono stata io ad influenzarlo per essere qui oggi, però ti confermo che Allevi ci coinvolge e lo ascoltiamo con piacere. Ok, non ci ricordiamo i titoli delle sue canzoni, nemmeno gli album, però è una musica che rilassa, ad esempio io la uso come sottofondo per studiare», mi conferma la ragazza vicino a lui. Un'altra ragazza con capelli biondi lunghissimi interviene nella discussione: «Si, il problema della musica di questo tipo è che non ti ricordi mai il titolo della canzone, ma alla fine non è importante, no? Voglio dire, esiste sempre Shazam per quello. Come quando balli in discoteca: è un sottofondo, è più importante l'emozione che ti provoca rispetto a quello che dice. Io la definirei un tipo di musica libera, o almeno a me fa questa impressione, mi fa sentire meglio.»

Alla faccia di chi dice che la musica classica ai giovani non suscita niente.



Forse non hanno fatto un esperimento così sbagliato gli autori Rai di Sanremo 2014, che hanno utilizzato come apertura e chiusura del festival un brano di Verdi e Wagner, dei quali si festeggia il bicentenario della nascita, oppure si può ricordare il grande successo di pubblico dello spettacolo “Red Bull Flying Bach”, dove ballerini di breakdance si sono esibiti sulle musiche di Bach. Forse è solo uno stereotipo, quello che vede i giovani come fruitori esclusivi di musica commerciale.


Rimane però da dire che secondo una ricerca ISTAT sulle conoscenze musicali, effettuata nel comune di Roma sugli studenti in uscita dalla scuola secondaria di primo e secondo grado, emerge una assoluta preferenza di musica pop (42%), rock (23,4%) e hip-hop (18,7%) mentre il genere classico risulta una scelta elitaria (4,8%). Per quanto riguarda le differenze per sesso, i ragazzi e le ragazze condividono le stesse scelte, tranne una preferenza delle ragazze per il pop e dei ragazzi per il rock.
In generale la partecipazione a eventi musicali dal vivo è scarsa: il 48% non va mai a concerti di musica classica, il 36,9% non va mai a quelli di musica leggera e il 45% mai a quelli di bande. Nel caso della musica classica è evidente un disinteresse diffuso soprattutto tra i maschi, infatti il 54% dei ragazzi dichiara di non andare mai a concerti di musica classica contro il 42% delle ragazze, mentre solo il 6% del totale frequenta le sale da concerto più di 5 volte in un anno. La situazione sembra migliorare per la musica leggera, dato che in questo caso scende al 42% la percentuale dei maschi che non va mai a sentire musica dal vivo e il 12% del totale dichiara di andare più di 5 volte senza, in questo caso, differenza significativa per sesso. Gli stimoli alla partecipazione e all’ascolto della musica classica provengono quindi prevalentemente dalla scuola e dalla famiglia che confermano il ruolo di propositori di interessi diversi da quelli coltivati autonomamente dai ragazzi.



Bach e Allevi. Ci sono differenze? Sembra proprio di si. «Bach...Certo, tutto bello quanto vuoi, ma dopo un po' mi stufo, mi perdo nell'ascolto. Invece Allevi, ma anche Einaudi, sono diversi, posso ascoltarli per ore e mi rilassano sempre», mi spiegano un ragazzo con le converse e una ragazza con la giacca nera di pizzo. «È una melodia più commerciale, se vuoi metterla così, ovvero la capiamo di più rispetto ai grandi classici, un po' come leggere un fumetto sull'Iliade piuttosto che il mattone di Omero. Non ci sentiamo vecchi ad ascoltare queste cose, invece con la musica classica doc, beh, c'è un abisso rispetto a noi.»


Adesso mi è più chiaro: le statistiche non sono così distanti dalla realtà. Il problema è una mancata abitudine ad ascoltare la musica classica, non un disinteresse generico, nonostante i conservatori siano pieni di aspiranti pianisti e compositori.
Il merito di personaggi come Allevi, allora, sta nell'essere un ponte tra la musica “colta” ed il pubblico più giovane, avvicinando gli animi attraverso le emozioni che anche una singola nota può esprimere. Poco importa se famosa o no. Meglio ancora, come nel caso di Allevi, se è lo stesso pianista a comporre quelle note in sequenza: suona musica scritta da lui, a “sua misura”.


La musica classica alta, invece, è stata scritta da compositori che vengono portati in concerto da altri, con la loro sensibilità, la loro interpretazione di quelle stesse note scritte, una differenza strutturale enorme: non è però detto che l'avvicinarsi di un pubblico giovanile alla musica classica contemporanea si limiti alla fruizione di essa, anzi, questo aspetto rappresenta solo un inizio, un gusto che si può estendere alla musica considerata “d'elite”. Stento ad immaginare autori come Beethoven o Rachmaninov patrimonio privato di pochi eletti, considerando anche i vari remix elettronici, ad esempio, di loro brani che si possono ascoltare su Youtube.



«La musica è musica. Mi sembra una domanda scema chiedere se preferisco musica classica o house, dipende dalle situazioni, dai momenti del giorno in cui mi trovo, se sono da sola o con amici. La musica mi porta lontano con la testa, mi fa sognare, ci sono canzoni che mi dicono tutto, perchè magari mi riportano a ricordi, o niente, perchè le trovo brutte o insulse, ma in ogni caso cercherò sempre qualcosa di nuovo da ascoltare che faccia da playlist alla mia vita. Sfido chiunque a sopportare anche solo una settimana senza ascoltare una qualsiasi musica, diventeremmo tutti isterici e isolati, è vitale, non c'entra niente il gusto personale. Sono qui oggi per scoprire Allevi, non lo conosco affatto, sono appassionata di tutt'altro genere, ma questo non significa che non mi lascio coinvolgere dalle novità», mi risponde accorata una ragazza intenta a fumarsi una sigaretta sulle scale esterne dell'edificio. Concordo con lei. Un ragazzo ci ascolta e commenta: «A me invece la musica fa riflettere. Mi succede spesso che ascolto un brano e poi lo interrompo a metà, penso in silenzio, mi appunto i pensieri su un foglio e poi riprendo l'ascolto. Io la chiamo la musica del silenzio questa, e mi succede ancora più di frequente ascoltando musica classica. Insomma, mi aiuta a crearmi la mia, di musica.»


Sulle note della “musica del silenzio”, si apre finalmente la porta. Il brusio diventa silenzio, mentre sul palco nasce una nota.

17 marzo 2014
AREA-
Una giovane alla Chiesa: «Provate e “buttatevi in mezzo”». Cerchiamo autenticità e umanità
di Chiara Manì
Giovani e Chiesa: due mondi che sembrano sempre più distanti, ma che possono avvicinarsi se si è disposti a mettersi in gioco con autenticità e umanità. Ci parla di questo Giuditta Garufi
28 mag 2024
Abbiamo bisogno della resilienza delle donne
di Jasmin Del Carmen Noguera Araque
Le donne hanno una grande capacità di resilienza, grazie alla loro flessibilità, creatività, capacità di amare, di generare vita e di donarsi. L'esempio diMadre Mazzarello
27 mag 2024
Religiosi e religiose: pellegrini di speranza, sulla via della pace
di Monaliza Carolina Machado Bernardino
Sotto lo slogan "Pellegrini di speranza, sulla via della pace" sr. Maria Eugenia Arenas Gómez FMA (Figlia di Maria Ausiliatrice) ci racconta come il Dicastero sta preparando e organizzando il Giubileo 2025.
14 mag 2024
La musicoterapia: l'arte dei suoni come cura
di Francesca De Pasquale e Flaminia Marchese
La musica con i suoi elementi – il ritmo, il suono, la melodia – è utilizzata da specialisti per favorire il benessere emotivo, fisico, cognitivo e sociale dei propri pazienti. Una pratica rivolta a persone di ogni età e in grado di soddisfare diversi bisogni
7 feb 2024
Giovani e psicologia: dall'illustrazione all'educazione
di Pedro André e Roberta La Daga
Sbloccati i fondi del Bonus Psicologo, ma potrebbero non bastare e i richiedenti sono in gran parte giovani. Uno sguardo (e una “matita”) sul mondo giovanile attraverso la voce di chi li incontra nei social, a scuola e in diversi ambiti anche formando psicologi
22 dic 2023