sabato 20 aprile 2024
Occhi al cielo 2. Il ciak ironico torna in sagrestia
di Ermanno Giuca
Dissacranti e irriverenti, arrivano i nuovi episodi della prima sit-com ambientata in un ufficio parrocchiale. Il regista: «Omosessualità, 8x1000, fine vita. La sagrestia di Don Paolo sarà un luogo di confronto aperto. Sempre con il sorriso»
11 luglio 2016
Ricordate la celebre sit-com ambientata nell’area relax di un’azienda davanti ad una macchinetta del caffè? Bene, ora sostituite la macchinetta con una statua di San Giuseppe lavoratore che vigila con sguardo attento la sacrestia di una parrocchia. Poi prendete un giovane parroco che ha come hobby la boxing e la Juventus, una prorompente perpetua brasiliana che seduce il sagrestano, un economo nostalgico della rivoluzione socialista e condite il tutto con una catechista zitella che vede il demonio in tutte le cose. Ed eccovi Occhi al cielo. Citofonare in parrocchia, la prima web serie tutta italiana girata all’interno di un ufficio parrocchiale.

Un format ideato nel 2012 dal regista Sante Altizio e che grazie ad una campagna di crowdfunding è riuscito ad arrivare alla seconda serie (in uscita in queste settimane). «La parrocchia è nel DNA della nostra società – spiega il regista - è uno degli elementi costitutivi del nostro panorama culturale. E pesa. Peppone e Don Camillo sono passati, ma non del tutto, non dappertutto. L’oratorio, in fondo, è sopravvissuto. Le sedi di partito no».



È giusto sottolineare che in “Occhi al cielo” c’è poco clericalismo ma molta autocritica: nell’ufficio parrocchiale di Don Paolo si parla di omosessualità, di ricchezze della Chiesa, di enigmi esistenziali e teologici e lo si fa in chiave ironica con quella leggerezza propria del format. Tutti i personaggi (tra cui noti attori) hanno un carattere ben definito, quasi a contendersi la sagrestia tra innovatori e conservatori. Il parroco non è altro che il trait d’union che con saggezza (e il più delle volte astuzia) riesce a mettere d’accordo tutti.

Dalle clip lanciate in anteprima, la seconda serie si prospetta ancora più dissacrante, con nuovi personaggi e sketch irriverenti. «Crediamo che il mettere in discussione le certezze, scardinare i punti di vista, cogliere tutte le sfumature delle cose della vita sia importante e crediamo di non dover dare risposte, ma di stimolare il dubbio in ognuno» continua Altizio. «L’utilizzo del registro comico, il ritmo piuttosto serrato delle battute, la caratterizzazione dei personaggi che si confrontano permettono di sviscerare i grandi quesiti esistenziali e sociologici con sguardo comico e a tratti irriverente: rideremo insieme, perché ridere è una cosa seria».





11 luglio 2016
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